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Un tulipano in due

14th Giu 2017
L'assoluto e inestricabile sentimento che ha legato e legherà per sempre Johan Neeskens a Johan Cruyff
Un tulipano in due
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Solo arancio. A perdita d’occhio. E solo profumo. Così intenso da penetrare in ogni piccola fessura della più piccola casa del più lontano paese. Il campo di tulipani che ho davanti agli occhi è così: perfetto, preciso, esatto. I contorni sono netti e decisi. Le altezze sono identiche. Le fragranze si rincorrono uguali a se stesse. Le tonalità sfumano allo stesso modo. È bellezza? Sì. È bellezza totale? No. Perché tutto è uguale a se stesso. Tutto si ripete. È ridondante. Rispetta un ordine preciso e prestabilito. Niente fantasia, niente voci fuori dal coro. Niente è straordinario. Mi incammino e guardo fiore per fiore. Ognuno è solo un fiore. Da solo. Uno stelo, delle foglioline e tanti petali. Ma sempre da solo.

Raccolgo due tulipani. Johan I e Johan II. Amo dare i nomi ai fiori. Li porto a casa e li metto in un vaso di vetro trasparente. La luce passa attraverso il cristallo e si riflette sui gambi. I gambi, verdi. Loro non li avevo nemmeno notati al campo. Vedevo solo arancione. E invece c’era del verde. Splendente, puro e netto. Solo che lì sotto nessuno lo nota. Lì sotto tutto passa inosservato, quasi inutile. Sembra nulla. E invece è tutto. Il mattino seguente gli steli sono intrecciati. Aggrovigliati uno all’altro. E Johan I svetta più in alto, come se avesse scalato millimetro per millimetro l’aria e fosse giunto alla sua altezza, quella giusta. Il suo colore è cambiato. Sempre arancione, ma più intenso, più forte, quasi abbagliante. Il suo profumo è nuovo. Un solo bocciolo inebria l’intera stanza. Mi avvicino, scruto bene gli steli attorcigliati. È Johan II a dargli la forza. È lui che lo sostiene in alto. È lui che gli trasferisce il suo colore e il suo profumo. È lui che lo fa essere più bello. Li tengo lì, sul tavolo della cucina. Non ci sarebbe la bellezza del I senza la forza, la tenacia e il sacrificio del II. È bellezza? Sì. È bellezza totale? Assolutamente sì.

Ho raccontato di Johan Neeskens, noto come Johan II per la sua contemporaneità sui campi olandesi con Joahn Cruijff, con cui appunto formava una delle migliori coppie della storia del calcio moderno. Talento precoce, esordisce in nazionale all’età di 19 anni l’11 novembre 1970 contro la Germania Est. Ottiene la sua consacrazione ai Mondiali nel 1974, quando si trasforma in un implacabile match winner: nella prima fase a gironi segna due gol; nella seconda fase a gironi ne realizza altrettanti aprendo le marcature contro la Germania Est e il Brasile. Alla fine risulta addirittura migliore di Johan I. Neeskens è in grado di giocare in ogni posizione del campo senza che il suo rendimento ne risenta. Caratteristica perfetta per giocare accanto a Cruijff, che un ruolo preciso non l’ha mai sostanzialmente avuto. In sostanza, senza Johan II non ci sarebbe stata tutta la potenza di Johan I.

Claudia Moretta



Moretta di nome e di fatto è la frase che la perseguita da quando è  bambina. Nomen omen. Si è  sempre immaginata con un cesto di more in testa, come una moderna e più gustosa Medusa. La sua fantasia un po’ onìrica, oggi, si è riversata nello sport. I campioni diventano eroi, le loro vittorie o sconfitte gesti epici. Perché lo sport è una favola a occhi aperti.

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